A piedi nudi, a cuore aperto - Paola Zannoner

Buongiorno geeks! Finalmente vi parlo di A piedi nudi, a cuore aperto. Comprato più di un anno fa, ho sempre posticipato la sua lettura per vari motivi, MA STAVOLTA NO. Dopo varie sbandate torno al mio amatissimo genere young adult. Casa dolce casa o sarà per la prossima volta? Scopriamolo insieme.


Titolo: A piedi nudi, a cuore aperto
Autrice: Paola Zannoner
Genere: Young Adult, Romance
Casa Editrice: De Agostini
Pagine: 301
Data di pubblicazione: 12 Maggio 2015
Prezzo: EUR 14.90 rilegato EUR 10.90 brossura EUR 6.99 kindle
Voto: 7.75


Trama
Da quando Rachele ha incrociato lo sguardo di Taisir non riesce più a fare a meno di pensare a lui. Sarà colpa dei suoi occhi scuri e profondi, del suo sorriso ammaliante  e del suo modo di muoversi, così disinvolto e sicuro ogni volta che sale sullo skateboard e se ne va in giro come se fosse solo al mondo... Sta di fatto che la ragazza ha completamente perso la testa. Ha deciso che vuole sapere tutto di lui: dove vive, cosa gli piace, come passa le giornate dopo la scuola. 
C'è solo un piccolo problema di cui Rachele non ha tenuto conto e che per Taisir sembra insormontabile: lui è arabo-palestinese, lei è italiana. Lui ha conosciuto l'odio, il dolore e la diffidenza, lei solo l'amore e la speranza. Ma Rachele non ha nessuna intenzione di arrendersi. Perché, in fondo al cuore, sa che Taisir le somiglia più di quanto possa immaginare. Ed è pronta a fare qualsiasi cosa pur di conquistarlo.... anche dimostrare che, quando c'è l'amore, le differenza sociali e culturali non hanno importanza.


Recensione
Buon qualunque momento della giornata sia mentre leggete! :D
 Come potete intuire, oggi sono allegra, non leggevo questo genere da tantissimo e solo adesso mi rendo conto di quanto mi sia mancato. Ogni tanto ci sta una bella storia d'amore, pura e semplice. Quella di cui vi parlo oggi però non è una delle solite. Infatti questo romanzo tutto italiano, ci racconta di come Rachele si sia prima invaghita e poi innamorata dell'arabo Taisir, misterioso, cupo ma con un sorriso che scioglie i ghiacciai.
A parlarci è la protagonista, Rachele appunto, una quindicenne che frequenta il secondo anno al liceo della sua città. Tutto ci viene raccontato al presente, che è la cosa che preferisco, mi da l'idea che io e il/la protagonista viviamo tutto nello stesso momento. Durante tutto il libro era come se la storia senza di me non potesse andare avanti, ragion per cui ho impiegato due mezze giornate a finirlo.
«Come ti chiami?»  «Rachele.» Scosto i capelli dietro l'orecchio e mi accorgo che il suo sguardo si posa sul ciondolo d'oro attaccato a un orecchino. E' un regalo di mia zia. Taisir si ritrae indietro, come se fosse scottato. [...] Pronuncia il mio nome come fosse un'offesa, poi sputa la domanda: «Sei ebrea?» [...] Io mi alzo in piedi un po' tremante, perché quella voce e quello sguardo mi hanno messo paura. Le mie dita sfiorano il piccolo ciondolo, quella stella a sei punte che proviene da Israele.
 Ciò che mi ha stupita è che, nella coppia, l'atteggiamento prima ostile poi dubbioso, carico di pregiudizio, ce l'ha Taisir. Sì, avete capito bene. Mi aspettavo ci fossero problemi per la famiglia di lei, magari per le amiche o anche per lei stessa. Invece è lui che si mostra oserei dire "razzista" nei suoi confronti quando, fraintendendo le origini del nome "Rachele", la crede ebrea, cosa che lei non ha fretta di smentire.
Infatti lei ha intenzione di sfruttare questa sua presunta "ebreicità" per fargli capire che lui è il primo ad avere pregiudizi nei confronti di altri e cercare di eliminarli. Non è geniale? Sicuramente è insolito. Lo stesso atteggiamento un po' prevenuto di Taisir ce lo avrà anche Fatima, una ragazza di cui vi parlerò più avanti. Tutto trova però una spiegazione che a volte diventa anche una giustificazione, in ciò che queste persone hanno e devono subire per via della loro provenienza e religione.
Mi è un po' dispiaciuto il fatto che la storia non venga approfondita più di tanto. Credo che questo romanzo avesse un grandissimo potenziale, che però non è stato sfruttato al massimo. Poteva essere uno dei miei libri preferiti, ma resta comunque davvero bello, insomma il voto parla da sé.

 La trama sin dall'inizio mi ha catturata, lei che si imbatte in questo sconosciuto che è talmente concentrato su se stesso e sulla musica che ascolta attraverso le sue cuffiette da non accorgersi di averla spinta. Cammina tra la gente "come se fosse solo al mondo", infatti sono gli altri che devono spostarsi per far passare lui. Sulle prime Rachele lo segue per rimproverarlo, ma quando lui salta sullo skate resta talmente affascinata da non poter fare a meno di seguirlo. Da qui inizia la "caccia allo skater", Rachele vuole a tutti costi sapere chi è, e non esita a trasformarsi in un specie di stalker per farlo. E la situazione stalking peggiora quando lei scopre chi è. Insomma la prima parte mi ha fatto pensare al tipico young adult tutto coppia e amore. Ma in realtà non è così. 
«Ma quello è pazzo:se ne va in giro con la musica nelle orecchie, sbatacchiando la tavola tra la gente come se fosse da solo su una spiaggia deserta, cammina dritto come un fuso, poi salta sullo skate come se si tuffasse sulle onde dell'oceano e seguisse un' invisibile scia.»
 I temi che vengono affrontati maggiormente a parte ovviamente il razzismo, il pregiudizio e il rapporto con il "diverso", sono quelli del conflitto israelo-palestinese, delle difficoltà che i palestinesi rifugiatisi in Italia devono affrontare e delle vessazioni che subiscono, anche da parte delle autorità. E poi quello personale della mancanza di identità, di radici. Taisir infatti è nato e cresciuto in Italia, ma i suoi tratti, la sua religione, la sua cultura e le sue tradizioni sono palestinesi. Per questo Taisir si sente straniero ovunque, lo è in Italia, ma lo sarebbe anche in Palestina, dove non è mai stato e non può tornare, data la condizione della sua famiglia.

Un giorno Rachele, un po' per scelta, un po' per caso, fa amicizia con Fatima, una ragazza palestinese che abita nello stesso quartiere, quello arabo, di Taisir. Grazie a lei e alle loro discussioni, abbiamo molte notizie sulla sua cultura e religione alle quali si sente molto legata, e sulla situazione politica del suo paese. Fatima sarà poi la consigliera amorosa di Rachele, in fondo chi meglio di lei può sapere come si comporta un ragazzo palestinese quando è interessato o no ad una ragazza e quali sono i suoi modi per farlo capire e, in generale, per approcciare? 
«Io indosso l'hijab per libera scelta, [...] perché voglio mostrare che sono orgogliosa della mia appartenenza islamica.»
 Ho amato la parte culturale di questo romanzo perché, sebbene a volte possa risultare un pochino pesante, è scritta bene e mi ha lasciata con la curiosità e la voglia di saperne di più. Devo ammettere di essere ignorante in merito alla questione, e devo ringraziare la Zannoner se adesso ne so qualcosa e ho voglia di approfondire. Credo che il suo intento fosse soprattutto quello di informare, e non avrebbe potuto usare mezzo migliore di uno young adult per farlo. Mescolando amore e cultura, ha fatto centro. Geniale la scelta e ottima capacità di rendere tutto interessante e coinvolgente.
Tutto ciò è però andato a discapito, come ho detto prima, della storia d'amore vera e propria. Ci sono scene dolcissime, forse un po' stereotipate, che mi hanno fatta sorridere come una scema, Rachele ci parla molto di come si sente riguardo Taisir, di quello che prova e c'è un alternarsi di cose che vanno bene e cose che vanno male. Ma manca una parte che a mio avviso è importante, da che lui non la sopporta ad un certo punto succede qualcosa di neanche troppo eclatante e all'inizio del capitolo seguente si baciano e si comportano da fidanzati. E dov'è la frequentazione? Il pathos, lo struggimento? Ci si perde la parte che io considero la più bella e si passa al dunque. E forse è anche a causa di questo che ho avuto l'impressione che tutto andasse veloce e il libro fosse troppo breve.
Sono trecento pagine ma sono volate, l'ho divorato in un giorno, e anche adesso che è passato un po' sento che non è ancora finita. Il ché non è del tutto una cosa negativa, se ne volevo ancora è perché mi è piaciuto. Onestamente non mi dispiacerebbe un sequel eheh. 
«Però stringo i denti, basta piangere, soprattutto per strada. Ho gli auricolari ficcati bene nelle orecchie, così non sento niente intorno a me. Ho la sensazione di essere sott'acqua e avverto la vibrazione sul marciapiede come fosse un'onda, solo pochi istanti prima che lui mi afferri e mi abbracci stretta. Mi avvolge e mi sembra di tornare in superficie, prendendo boccate d'aria e lasciandomi andare tra le braccia di chi mi ha salvata.»
Parlando in breve degli altri personaggi, ho odiato le sue amiche, probabilmente perché la rimproveravano di un comportamento che anche io avrei avuto e che è normale per un'adolescente. Invece grande lode ai genitori, superiori, buoni, comprensivi e innamorati, non so quanto la cosa possa essere realistica, ma chi non vorrebbe dei genitori che non si fermano a pregiudizi solo per le origini di una persona che frequenti, a prescindere dal tipo di rapporto o da quali siano le suddette origini. 
«Taisir pareva sovrappensiero quando mi ha chiesto: "Senti ma tuo padre lo sa che sono musulmano?" [...] Mi sono stretta nelle spalle. "Certo che lo sa. Ma non è il tipo che si preoccupa delle appartenenze religiose."»
L'unica cosa che non mi è proprio piaciuta è il modo in cui vengono scritti i messaggi. Con i segni di punteggiatura ripetuti all'infinito e le abbreviazioni da bm. Per fortuna ce ne saranno una decina in tutto il romanzo.
Voglio invece fare i complimenti alla Zannoner per la capacità di immedesimazione. Sin da subito si ha la sensazione che a parlarci sia una ragazzina, e andando avanti ne abbiamo la conferma. Il modo in cui parla, in cui racconta, le reazioni e i comportamenti, sono quelli tipici di una neo adolescente. E non dev'essere stato facile calarsi nella parte per una donna matura.
Come avrete notato ci sono cose che ho amato e altre che avrei cambiato, ma nel complesso è un bel libro che consiglio agli amanti del genere, più per gli under 20 per i motivi che ho spiegato prima. E soprattutto lo consiglio a chi ama scoprire nuove culture, per quello, non rimarrete delusi. 

Nella Nota dell'Autrice Paola ci fa sapere che quello che abbiamo appena letto è una riscrittura "di sana pianta" del romanzo che aveva scritto nel 2005, onestamente sarei curiosa di leggerlo.
Vorrei dire tante altre cose ma non voglio spoilerare troppo, alla prossima!

P.s. Sono segretamente innamorata di Taisir. Voglio un sequeeel. >.<


-Lillina


Autrice
Paola Zannoner, scrittrice e blogger italiana classe 1958, vive a Firenze. Esperta di letteratura, facoltà in cui si è anche laureata, è una delle più importanti scrittrici italiane per ragazzi. Ha iniziato la sua carriera come bibliotecaria e critico letterario, collaborando con le più importanti riviste del settore. I suoi libri, tradotti in diversi Paesi, hanno ricevuto numerosi premi tra i quali il Bancarellino, il Premio Cento e il Premio Sardegna

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