La vita perfetta - Renée Knight

Buongiorno geeks! Ultimamente mi ispirava molto il genere thriller, quindi sono andata in libreria e ne ho comprati due, ho iniziato con questo: La vita perfetta. Ad attirarmi è stata la trama, il romanzo avrà soddisfatto le aspettative? Intanto vediamo se ispira anche voi...

Titolo: La vita perfetta
Titolo originale: Disclaimer
Genere: Thriller, Fiction
Casa Editrice: PIEMME
Pagine: 282
Data di Pubblicazione: 15 Marzo 2016
Prezzo: EUR 19.90 rilegato, EUR 9.90 brossura, EUR 7.99 kindle
Voto: 7

Trama
Da quando in casa sua è comparso dal nulla un romando intitolato Un perfetto sconosciuto, Catherine Ravenscroft non riesce più a fare sogni tranquilli, né a vivere la vita di ogni giorno, la sua vita di film-maker di successo, con la sua bella famiglia composta da un marito innamorato e un figlio ormai grande. Non riesce perché quel libro racconta qualcosa che soltanto lei sa, e che ha nascosto a tutti, anche a suo marito. Ma chi è l'autore del misterioso romanzo, come fa a conoscere Catherine e a sapere cosa ha fatto un giorno di tanti anni fa? E, soprattutto, che cosa vuole adesso da lei? Catherine dovrà fare i conti con la paura, e - forse per la prima volta - con la verità.


Recensione
Cari geeks, wow. Lo ammetto all'inizio questo thriller non mi sembrava molto thriller, scopriamo quasi subito chi è stato a scrivere, pubblicare e far avere a Catherine il fantomatico libro. Questo mi ha fatto pensare che gran parte del mistero fosse già svelato, ma riflettendoci adesso credo sia stata colpa della trama che ti fa credere che questo punto sia particolarmente importante, quando in realtà considerato l'insieme non lo è. Andando avanti ho iniziato a essere sempre più impaziente di sapere cosa questa povera donna avesse mai fatto, qualcosa che ha messo in pericolo la vita del figlio, qualcosa di così grave da non dover essere raccontato a nessuno, neanche al proprio marito. Proseguendo ancora, quando pensi di sapere ormai tutto ciò che c'è da sapere,  SBAAM, colpo di scena. Assurdo, sono ancora un po' stordita. Diciamo che il bello arriva nelle ultime cento pagine, ha recuperato alla fine. E' difficile parlarvene senza fare spoiler, ma vedrò di riuscirci.
«E' la persona a lei più vicina eppure è riuscita, in tanti anni, a tenerlo all'oscuro. Non importa quanta intimità ci sia tra loro, Robert non lo saprà mai e questo pensiero per lei è agghiacciante. Tenendolo dentro, Catherine ha lasciato che quel segreto crescesse a dismisura, e adesso è troppo grande per potersene liberare. Il fatto di avere un segreto è diventato quasi più importante del segreto in sé.»
Abbiamo due punti di vista che si alternano regolarmente per tutta la durata del libro. Il primo è in terza persona e ci parla di Catherine, ma andando avanti anche di Robert e un paio di volte di Nicholas, rispettivamente il marito e il figlio. Il secondo è un racconto in prima persona di un anziano ex-professore di inglese di cui capirete presto il ruolo nel romanzo. 

Ci si fa subito un'idea dei personaggi, direttamente o per parola di altri: 
Catherine, donna di successo, stimata e rispettata ma falsa, da sempre usa il lavoro per distrarsi dai suoi problemi ma anche dai suoi doveri, soprattutto di madre. Il pensiero che il suo segreto possa venire allo scoperto e rovinare la sua reputazione la tormenta.
Robert, marito innamorato, fedele e devoto, genitore impeccabile, ingiustamente tenuto all'oscuro di fatti che avrebbero potuto cambiare la sua vita.
Nicholas, quasi sempre chiamato col suo soprannome Nick, lo conosceremo da vicino solo nella seconda metà del libro, figlio unico nonostante i desideri del padre, è con lui che è legato, mentre si sente (e non esita a dimostrarlo) trascurato dalla madre, che ha sempre anteposto sé al figlio.
Stephen Brigstocke, ha perso il senno dopo aver trovato delle foto e scoperto qualcosa che aveva diritto di sapere e che lo sconvolge. Si è sentito in diritto e in dovere di rovinare la vita di altre persone, solo perché anche lui ha sofferto. Non mi dilungo molto su di lui, non vorrei essere scurrile hehe. 
Nancy Brigstocke, ne sentiamo solo parlare, madre amorevole distrutta da un lutto che nessuno dovrebbe mai subire, cercava la verità sulla sua perdita ma non l'ha mai avuta.
Queste sono però solo prime impressioni, presto o tardi cambierete idea su di loro, totalmente o in piccola parte.
«Oh, siamo tutti acrobati per nascondere la verità. Per fingere che vada tutto bene.»
Durante l'intera lettura continuavo a farmi domande, a parte l'ovvia "cos'ha fatto Catherine?" che si faceva sempre più insistente man mano che andavo avanti e si parlava di conseguenze e giustificazioni senza dire ciò che era effettivamente successo. Da subito lei ci fa capire che è successo qualcosa di grave, qualcosa che ha messo a serio rischio la vita di Nicholas, ma tramite altri personaggi sappiamo che c'è di più, qualcosa di osceno, che può avere delle conseguenze non solo sulla sua vita privata, ma anche su quella lavorativa e pubblica. Molte cose non le capisco tutt'ora, ad esempio sulla base di cosa l'autore di "Un perfetto sconosciuto" ha scritto quella storia, se ha preso ispirazione da un diario, come ad un certo punto ci fa pensare, o se ha semplicemente immaginato che le cose fossero andate così. Se voi l'avete capito vi prego ditemelo. Comunque, per avere la versione dei fatti di Catherine dovrete aspettare molto, ma vi assicuro che ne varrà la pena. Non voglio anticiparvi nulla, vi basta sapere che è da lì in poi che salta fuori la vera natura thriller del libro.
Inoltre ci sono stata molto a capire chi avesse scattato le foto che vi ho nominato prima, anche se penso sia stata colpa di un mio fraintendimento. Durante la storia scopriamo delle cose di Stephen Birgstocke che sorprendono e mutano l'immagine iniziale che avevamo di lui, ma su questi fatti non si indagherà oltre e troveranno una spiegazione e forse una giustificazione solo alla fine del romanzo.Ad un certo punto la vicenda prende una piega inaspettata, cambia la vittima e si intrecciano due personaggi in modo tanto realistico quanto inquietante, e qui le conseguenze saranno molto gravi.
«Nelle mani giuste, una matita appuntita può rivelarsi un’arma letale. Come minimo può cavare un occhio, ma può anche arrivare a conficcarsi nell’orbita fino al cervello. Ho temperato la mia alla perfezione. Ma un’arma letale è innocua se manca il bersaglio. Conoscevo il mio bersaglio, conoscevo il suo nome da anni. Dovevo solo trovarla.»
E' frustrante non potervi dire nulla, perciò passo al sodo. Ve lo consiglio? Onestamente no. Se siete amanti del genere magari avrete un idea diversa dalla mia e potreste dargli una possibilità, se lo avete comprato, leggetelo, non è un brutto libro, assolutamente, ma a me non è sembrato nulla di che. Vi spiego perché: è carino e ben scritto, i colpi di scena non mancano, ma niente di più. Non c'è qualcosa che lascia il segno o un qualche insegnamento di vita. Una morale ce l'ha, ma nel complesso non è niente di particolare. La parte intrigante, che mi ha tenuta attaccata al libro, è quella finale, le ultime settanta pagine più o meno, sono rimasta senza fiato nello scoprire la verità dei fatti ed ero curiosa e decisa a sapere quali conseguenze avrebbe avuto sugli altri personaggi. Ho provato soddisfazione e anche timore che gli altri non ci credessero o non venissero informati. Davvero un bel finale, degno di un thriller, ma il resto è stato un po' una sofferenza. Mi aspettavo più ansia, più suspence, più pathos, invece no. La protagonista mi faceva pena e provavo odio e disgusto nei confronti dell'autore. Avanti così per 200 pagine. Non mi sorprende averci messo così tanto a leggerlo.
Perciò no, non ve lo consiglio, ma se lo iniziate, dovete assolutamente finirlo. Se no vi cerco. Il finale vale tutto, e ha alzato il voto finale di un punto.

E voi l'avete letto? Se sì, la pensate come me?
Alla prossima.


-Lillina


Autrice
Renée Knight, nata a Londra nel 1958, ha lavorato a lungo come documentarista per la BBC, prima di dedicarsi alla scrittura. La vita perfetta è il suo romanzo di debutto, ed i suoi diritti sono stati venduti in oltre trenta paesi. In Gran Bretagna oltre al largo consenso di pubblico e critica, ha ottenuto il primo posto nelle classifiche. 


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